Te lo
avevo già raccontato, allora girava ‘sta battuta scema sul cugino elettricista
di cuntachinte e a Saverio accuminciarono a chiamarlo cuntatore, ma non
c’azzeccava l’elettricità era per le sue capacità di fare i conti.
’O cuntatore non sbaglia mai, può fare i
calcoli più complessi a mente, è un dono naturale, non da tutti.
E’ ‘n animale, ‘n animale che vive con gli
animali ma il pataterno gli ha fatto ‘sto dono, ‘na mente che nemmeno
caccioppoli.
La thema scura, nera, bludiplomatico? da cui
osservavano la fràveca, era accostata lungo il fosso della provinciale e
nell’oscurità brillavano solo i led interni e la tastiera del cellulare di
Giorgino ‘O ‘ncensurato.
Cioè
Giorgì tu mi fai sapere che ci dobbiamo incontrare, mi prelevi appena arrivato
da Roma, mi porti in aperta campagna per parlarmi di questo contatore, per
farmi vedere la sua casa.
Ma Gio’ ti ha dato di volta il cervello? ma
ti rendi conto del momento?
Aveva una felpa e dei pantaloni da tuta blu, il
Potentato. Chiamiamolo così, manzonianamente, anche per non incorrere in rischi
di sapere troppo, io e voi.
Aveva dismesso il doppiopetto gessato grigio, la
sua divisa, per quell’abboccamento aveva invertito la scriminatura e tolto gli
occhiali.
Era nervoso, molto nervoso. Chiaro, si stava
giocando la sua candidatura, ancora pochi giorni e sarebbe stata
ufficializzata. E anche qui è meglio, per me e per voi, sorvolare sul partito
di appartenenza, o meglio il partito a cui era planato dopo un bel salto di
quaglia.
Lo sai com’è
papà mio, prima i soldati e poi i capi è il suo detto.
E’ affezionato a Saverio, anzi ha con lui un
debito di riconoscenza.
A mio padre Alfredo mancò poco di finire come
alcapone beccato dal fisco per transazioni di terre e allevamenti.
Solo ‘o cuntatore seppe toglierlo dagli
inghippi con un giro calibratissimo di fatture e controfatture.
Il Potentato che a stento controllava il
nervosismo, e la fifa di controbattere, si convinse a giocare le sue carte
migliori. Un bel pistolotto in politichese, blando, mellifluo come funziona
sempre.
E sono
d’accordo, certo la politica della tutela dei sottoposti ha sempre ripagato nel
passato, la fiducia degli uomini nell’organizzazione non veniva mai a mancare
se i capi si preoccupavano per loro.
Ma come gestite ora la struttura, tu e gli
altri? Non avete abbandonato il paternalismo dei vecchi boss per organizzarvi
come un’impresa dove ognuno ha il suo salario, la sua retribuzione a seconda
del personale apporto e ruolo al suo interno?
Te lo
vedi un industrialotto chiedere dei problemi familiari o finanziari di un suo
dipendente, te lo vedi impegnato a risolvere i problemi personali di qualche
operaio perché altrimenti questo non lavora bene?
Ma son cose dell’ottocento, ora lo
sostituisce immediatamente e non deve nemmeno renderne conto a qualche
organizzazione sindacale.
Questo è il sistema adesso, son trascorsi i
tempi della nco, son finiti i tempi del don che vede e provvede a tutto.
E tu lo sai, tu non agisci più come agiva tuo
padre.
Il pistolotto non stava funzionando, il Potentato
se ne accorgeva. ‘O ‘ncensurato stava piegando la testa nella sua
caratteristica maniera di quando non era d’accordo e questo lo preoccupava.
Conoscendolo da quando era ragazzo sapeva quanto Giorgino riusciva ad incattivirsi
e divenire incapace di controllarsi.
Meglio tentare con l’adulazione.
Ohi Giò
tu sei della generazione dei colletti bianchi, e fra questi sei il più
intelligente, il più furbo, quello che non a caso chiamano l’incensurato.
Nessun pm ha mai raccolto prove contro di te,
proprio perché hai sempre evitato, anche seguendo i miei consigli te lo devo
ricordare, di fare piazzate inutili e soprattutto sanguinarie.
Tu hai un megaufficio al centro direzionale,
hai contatti con l’imprenditoria buona, con i politici e soprattutto con me.
Sai come chiamano i sociologi e gli analisti
il tuo, il mio sistema.
Lo chiamano alta camorra, l’alta camorra che
ha connessioni con il mondo economico, con quello decisionale della politica,
con quello dei tecnici e alla fine, ma proprio alla fine, con la bassa camorra,
quella delle famiglie che controllano militarmente i vari quartieri e zone
avendo come ultima manodopera l’infimo muschillo spacciatore.
Ancora sollevava il naso dalla sua piastrina di
platino, un optional abituale per Giorgino quando sniffava, mentre scapezzò con
violenza e si diede il solito colpetto sulla fronte.
Quasi tutti noi l’abbiamo visto fare nei film, ne
abbiamo un’idea e a questa dovete solo aggiungere la finezza dello specchietto
di platino.
Ritorno su questo oggetto perché, usandolo Giorgino
per controllarsi i denti dopo i pasti e una sommaria pulizia con lo stecchino,
capiate che per quanto colletto bianco egli non ha perso i modi della bassa
camorra, anzi il suo colletto è spesso macchiato di sugo e quant’altro.
Allora
Potè ora te la spiego tutta e vorrei non ritornarci più.
Saverio il contatore non è un compariello
qualsiasi, nel corso della sua vita e dell’impegno cieco per il clan ha messo
da parte tanti di quei segreti e una banca dati da rendersi esclusivamente
indispensabile.
Il lavoro di pastore, che svolge con
autentica passione, maschera capacità economiche e finanziarie che surclassano
abbondantemente quelle di tutti i miei commercialisti messi insieme.
È lui che controlla periodicamente tutti i
conti di quella che tu chiami impresa d’alta camorra, lui stabilisce quanto
vanno e a chi vanno le quote parti degli utili di quest’impresa.
Anche tu e io siamo inquadrati nei bilanci di
Saverio, fra le sue cartuscelle non mi meraviglierei di trovare appunti su
quanto possa io spendere in coca annualmente e quanto ti fottano le tue donne
mensilmente.
Fu come una folgorazione per il Potentato. Quasi
soffocò per la sorpresa della rivelazione che gli era balenata ascoltando
Giorgino.
Cioè tu mi stai dicendo che potrebbe
ricattarci? Divenire una gola profonda degli sbirri?
Cadeva tristemente in un linguaggio, anche desueto,
da bassa camorra. Abbandonava ogni contegno ed ogni controllo debitamente
imparato in anni di studi, politica e scuola di dizione che gli aveva fatto
sparire quel brutto accento paesano.
Il Potentato preoccupato ritornava bambino, si
ritrovava sulla schianata con gli altri a parlare in gergo camorristico dei
fatti camorristici. Si ritrovava amico di Alfredo a pensarsi capozona e braccio
destro con la missione di chiudere per sempre quel cesso della bocca di Piet’
‘o leccalecca. Gli sparavano con l’indice ma era facile immaginarlo freddo e nero, come
era facile pensare la loro graziella una kawasaki 750 che ripartiva sgommando
dopo il colpo di grazia in faccia allo schifoso boccaperta.
Lo sta
già facendo, Potè.
Papà gli ha detto per l’ultima volta che la
sua casa non è sanabile, che è impossibile fargliela completare.
Quando ha capito che le nostre forze si
fermavano davanti alla sua ordinanza di abbattimento non ha voluto sentire più
ragioni.
Quattro ville, finite, lussuose gli ha
offerto mio padre.
Insomma , Potè, tu sei l’ultima possibilità,
non ti avrei scomodato se ci fossero state altre soluzioni.
Il Potentato stava già pensando all’archivio
nascosto del contatore, a come sarebbe stato offerto all’attenzione di un
magistrato, a come la loro alta camorra sarebbe svanita a causa di un cocciuto
pecoraro che nessun soldo o minaccia poteva piegare. Doveva riprendere il
controllo di sé.
|
foto di Gianni Ja Voceira |
Ma
Giorgino, la vedi anche tu la situazione di questa costruzione.
Ma
nemmeno volendo fare una legge, trovare un escamotage solo per questa faccenda,
per lui, solo per lui come fa chi so io.
Ma nemmeno falsificando piani, planimetrie,
catastali o qualunque pubblico atto amministrativo si potrà trovare la
soluzione a questo problema.
Nessuno si farà corrompere per chiudere un
occhio, ‘sto inguacchio è troppo grosso.
Nessun condono potrà sanare una situazione
pregiudizievole per la sicurezza pubblica e, soprattutto, desumo che la
proprietà della superficie non è certo più del contatore che sarà stato
abbondantemente risarcito dall’esproprio da parte pubblica quando realizzarono
la strada sopraelevata.
Niet Giò, non si può fare.
La mascella di Giorgio vibrava per il nervosismo.
Se il Potentato gettava la spugna significava che per le vie traverse non ci
sarebbe stato alcun modo per accontentare Saverio il contatore e che toccava a
lui assumersi la soluzione finale in merito alla questione.
Va bene,
Potè, va bene.
Allora significa che questo incontro lo
sfruttiamo per meglio definire le strategie della tua elezione.
Ce ne andiamo a mangiare e bere e a Saverio
penserò con un po’ di fantasia.
Il racconto che precede è frutto di fantasia e mai
potrebbero verificarsi, a mio parere, circostanze e discorsi del tipo
raccontato. Quantunque qualcuno riconosca fatti, luoghi e personaggi dovrà
ritenere tale eventualità figlia del solo caso. Grazie.
Trentola sett.2011