venerdì 29 gennaio 2016

di pietra e poroso







ho indurite le mani
di pietra

quella sedimentaria, porosa
così il cuore, amore

mai peloso, sedimentario
di pietra e poroso






venerdì 22 gennaio 2016

stefanino 'o barbiere




questo gennaio che termina e che ci dona scampoli di sole, quest'auto ferma ed intiepidita che concilia il sonno, questo me lo ricorda. mi ricorda di quando 'o nonno saliva nella cinquecento di papà, una cinquecento cinquecento, marruzzella scura con il puzzolente motore posteriore, lasciata alla lenza di sole che illuminava via paolo de majo per poche ore solo quando era allo zenit.
qui si addormentava, faceva la sua pennichella.
'o nonno stefano, pensandoci abbiamo avuto un fato simile, quasi un'eredità genetica di caratteri e vocazioni: burberi e prepotenti entrambi, cuochi entrambi, ma pronti ad immolarsi per solidarietà ed affetto, capaci di accettare qualsiasi lavoro purchè onesto ed appassionante.






e pensandoci 'o nonno è stato cuoco più di me, quando non cucinava per i liberatori americani nella loro base ma per la propria famiglia, aveva una vera e propria brigata di cucina: le sue sette figlie pronte, insieme alla nonna lucia, ad eseguire ogni suo perentorio ordine, pur di non sentirlo borbottare ed inquartarsi.




mercoledì 20 gennaio 2016

Yusuf non capisce



Yusuf era sempre stato curioso. Tutte le verità, quelle assolute, quelle della madrasa a cui il padre l’aveva accompagnato per farlo meglio di sé, quest’ultima verità - perché i padri fanno i figli - e tutte le altre per Yusuf diventavano verità relative.
La sua innata curiosità lo portava a porre punti interrogativi a quasi tutte le sure coraniche, non solo, di alcune di queste poneva interrogativi anche alle āyāt, e, se non fosse stato che la sua resistenza agli scapaccioni scemava sempre di più, avrebbe posto un punto interrogativo ad ognuno dei nomi di dio.
Da adolescente fu sessualmente curioso lasciandosi avvicinare da un imam che, se ci fossero stati quattro testimoni della sua sodomia, avrebbe perso la vita per il suo vizietto. Un vizietto certo poco aderente al suo prestigio di prete e maestro che avrebbe dovuto sapere che il profeta tollerò l’ amore, mantenuto casto, per gli imberbi. Anzi lo stesso profeta avrebbe affermato che questo amore, sempre casto e segreto, sarebbe stato premiato con il paradiso.
E, a chi avesse sostenuto che l’imberbe Yusuf fosse troppo giovane per non cadere nell’intrigo dell’adulto,  avreste potuto ribattere che la sua curiosità e la sua nascente malizia lo avevano fatto gettare a capofitto nella tresca, anzi l’avevano alimentata.
Non che non fosse attratto dalle donne, anzi, le concupiva con la fantasia e con curioso interesse le immaginava oltre le loro vesti. Tuttavia le risposte, o le evasioni, alle sue domande anticipate gli avevano fatto capire che la sua era una società ove per conoscerle fisicamente avrebbe dovuto accasarsi e mettere su famiglia. Meglio allora gli amori omosessuali, naturalmente senza testimoni, o almeno meno di quattro.
Poi venne qui, attraversò il Mediterraneo e calò qui.
Gli espedienti lavorativi, legali e non, erano molti e non mancavano le occasioni di girare la nuova terra. La sua vivace curiosità e il suo penchant, ma forse più il suo mordere e fuggire per campare, lo mettevano spesso in condizione di cambiare velocemente aria.
Al tempo del tabacco, quando era diventato Peppe, si spostava con una seminuovissima mountain bike, chissà perché spennellata in rosa shocking e giallo dagli slavi che gliela avevano venduta, e accampava con alcuni cocontinentali in un capannone dismesso in zona industriale. Questa era una sistemazione di tutto rispetto in confronto al rudere campestre che avevano occupato tempo prima e da cui erano stati fatti sloggiare da un aggressivo ed intollerante proprietario.
Fu con Saverio, ultracinquantenne contadinoperaio come ne esistono dai primi anni sessanta, che appagò la sua curiosità su cosa cercavano quegli uomini soli in macchina e che spesso gli lanciavano occhiate d’intesa. Lo avvicinò mentre ritornava con la bici rosa, nero di sole e tabacco, puzzolente di sudore e lagni. Disse che così gli piaceva, selvatico, serbaggio, masculo di lavoro e di sesso. E Yusuf gli si concesse. Gli concesse la sua giovane mascolinità in modo freddo, veloce e disinteressato tranne che alla ricompensa che si aspettava, ché qui tutto si vende e si compra. Almeno credeva. Ma la sua ricompensa non venne, o meglio,  non fu quella che si aspettava.


 

Vennero giù batoste prima e minacce poi.
E che, che si era messo in testa, che pensava di avere a che fare con i ricchioni che vanno con i camionisti? Quelli pagano. Saverio non aveva mai pagato nessuno, semmai sarebbe andato a donne con i soldi, semmai con le nigeriane avrebbe pagato. E le avrebbe pagato meno che alle bianche albanesi, ovviamente. Saverio tiene moglie, tiene famiglia, è ommo. Non si doveva permettere minimamente di pensarlo ommosessuale, chi ti deve pagare sono quelli, i malommi pagano e sono ommi persi anche se tengono la mogliera ed i figli.
Sgommato a sangue si rialzò Yussuf. A lui, a cui l’Islam non aveva dato l’idea di omosessualità ma solo del peccato di sodomia, rimase solo una curiosità: ma che aveva fatto per buscarle così?



marzo 2011